Via Francisca del Lucomagno

Denominazione esperienza

Via Francisca del Lucomagno: cammino per pellegrini e turisti tra fede, storia, arte, natura.

Ambito tematico dell’esperienza

Turismo religioso e culturale. Sviluppo locale.

Natura dell’esperienza

La concentrazione dei transiti sul Passo del San Gottardo e la costruzione nel 1844, a Melide, del ponte che attraversa il lago di Lugano, hanno aperto ai viaggiatori svizzeri ed europei la via verso la città di Como ed escluso il transito nel territorio varesino. Elementi di rilievo che hanno anche negli anni recenti ridotto la memoria della Via Francisca. Si deve ad Adelaide Trezzini, la presidente dell’Association Internationale Via Francigena, una ripresa di studi e di attenzioni. Nel gennaio 2015 si rivolge alla sede di Regione Lombardia a Varese per chiedere sostegno nel rilancio del tratto italiano del cammino, in parallelo a quello svizzero. Trova un riscontro istituzionale che si traduce nell’impegno personale di Ferruccio Maruca, funzionario di Regione Lombardia, che con altre persone avvia ricerche sul cammino e inizia a identificare un possibile tracciato. Sono raccolti documenti, tracce dei percorsi, identificati monasteri, santuari e ospizi che conservano memoria del cammino. Vengono fatte verifiche sull’interesse da parte del Cantone Ticino a sviluppare il progetto e a settembre del 2015 viene coinvolta anche la Provincia di Varese che dedica al progetto Donatella Ballerini. Viene avviato il confronto con i Comuni ed altri Enti per condividere il progetto e la sua attuazione. Il 21 settembre 2017, 49 Enti sottoscrivono con Regione Lombardia il “Protocollo di Collaborazione per la valorizzazione in territorio lombardo, della Via Francisca del Lucomagno”. All’inizio del 2018 i primi pellegrini percorrono la via interamente segnata e organizzata con accoglienze convenzionate per il pernottamento.

A fine 2017 alcuni imprenditori privati, con capofila Multimedia News, partecipano ad un bando regionale finalizzato alla valorizzazione dell’attrattività dei territori con un progetto di valorizzazione e sviluppo della Via Francisca e Via Francigena in Lombardia.

Il finanziamento del progetto da parte di Regione Lombardia ha permesso la realizzazione di tutti gli strumenti social e di comunicazione utili per far conoscere la Via e necessari a coloro che intendono percorrerla.

Sono stati realizzati il sito internet https://www.laviafrancisca.org/, la pagina Facebook @Via Francisca del Lucomagno, Instagram@laviafrancisca, Youtube, le Credenziali per il pellegrino. Nel mese di marzo 2020, è stata pubblicata, dall’editore Terre di Mezzo, la Guida e la mappa della Via Francisca ed è stata realizzata la App dedicata.

Scenario dell’esperienza

Un contributo definitorio alla fattispecie dei “Cammini” è presente nella direttiva ministeriale n. 567 del 16/12/2015 del MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) che individua i cammini come “itinerari culturali di particolare rilievo europeo e/o nazionale, percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce sostenibile, e che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e culturale diffuso, nonché una occasione di valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e dei territori interessati”.

In Italia sono alcune decine i cammini proposti da istituzioni e agenzie locali. E’ inoltre attivo il Comitato Cammini, composto da MiBACT, Regioni e Province Autonome con funzione di coordinamento inter-istituzionale e di selezione dei percorsi più qualificati. Il MiBACT indica undici “criteri di fruibilità pratica” considerati requisiti da raggiungere o garantire per un esercizio funzionale completo di ogni “Cammino”:

  1. Percorsi fisici lineari e fruibili;
  2. Presenza di segnaletica orizzontale e/o verticale per ogni tappa;
  3. Percorso fruibile in sicurezza;
  4. Percentuale di strade asfaltate non superiore al 40%;
  5. Tappe dotate di tutti i servizi di supporto al camminatore;
  6. Descrizione on-line sul Sito di riferimento di ogni tappa;
  7. Servizi di alloggio e ristorazione entro 5 km dal Cammino;
  8. Presenza di un “organo di governo” del Cammino;
  9. Garanzia di vigilanza e manutenzione del percorso;
  10. Georeferenziazione del percorso;
  11. Sito del Cammino costantemente aggiornato.

Gli itinerari che rispondono a questi requisiti possono trovare posto nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia.

La Via Francisca in riferimento ai criteri MiBACT non rispetta solo il quarto indicatore perché si sviluppa su piste ciclopedonali, alzaie dei Navigli ed altri sentieri che per loro natura sono in gran parte asfaltati. E’ stata comunque realizzata convergendo naturalmente sull’insieme delle caratterizzazioni richieste dal MiBACT ma con un processo di costruzione più nel livello regionale che nazionale.

Un secondo elemento di definizione dei Cammini viene da Regione Lombardia che con avviso pubblico per la valorizzazione turistico culturale della Lombardia – asse III Por Fesr 2014-2020 – d.g.r. X/6405 del 27 marzo 2017 ha proposto ambiti di interventi che considerano anche i Cammini storici.

Nel contenitore citato il Progetto “I Cammini storici: La Via Francisca e la Via Francigena in Lombardia” per la valorizzazione della Via Francisca e la Via Francigena in Lombardia e il Progetto Integrato “Lombardia in Cammino (LinC)” sono stati riconosciuti validi e finanziati.

L’intendimento del progetto LinC è quello di creare un portale dei Cammini lombardi in cui non è indicata una caratterizzazione o una fattispecie di “Cammino” ma sono previsti obiettivi di supporto agli itinerari e di “messa a sistema” così definiti: i) qualificare i cammini di Lombardia come “sistema”, sia nello spazio virtuale che sul territorio; ii) creare una rete di stakeholder che condividono la potenzialità dei cammini come volano di sviluppo turistico e territoriale e mettere in campo azioni per realizzare concretamente tali potenzialità; iii) favorire l’integrazione con le reti esistenti e altri partenariati di progetto promossi da Regione Lombardia; iv) cercare di valorizzare gli elementi green e di sostenibilità lungo i percorsi; v) mettere a sistema tutte le informazioni specifiche relative ai cammini di Lombardia e alle emergenze di particolare interesse lungo tali itinerari, differenziandole per tema e per target; vi) promuovere i cammini dal punto di vista turistico e commerciale in maniera coordinata e sistemica; vii) caratterizzare i cammini come mete appetibili per target diversificati (esperti, neofiti, famiglie, persone con disabilità, scuole, giovani, over…); viii) potenziare l’attrattività turistica di Regione Lombardia anche all’estero; ix) fidelizzare il pubblico attraverso la creazione di una comunità di interesse sul tema, valorizzando la competenza esperta dei camminatori di lungo corso e dei “nuovi camminatori”.

Rispetto alle aspettative e alle previsioni del progetto LinC, la Via Francisca del Lucomagno fa parte del primo gruppo di Cammini presi in considerazione dal Progetto regionale.

La terza qualificazione di un “cammino”, dopo il profilo definitorio del MiBACT e quello di essere parte di un processo promozionale e di costruzione di un sistema come previsto dal LinC, è la sua relazione con gli elementi storici che lo rendono autentico e originale. Al riguardo la Via Francisca del Lucomagno riprende l’antica via romana-longobarda che dal centro Europa, attraversando la Svizzera, raggiungeva la pianura Padana. Nella sua attualizzazione la via collega Costanza, San Gallo, Coira, Disentis e Bellinzona in Svizzera, entra in Italia a Lavena Ponte Tresa e, dopo aver attraversato Varese, percorso la Valle dell’Olona e le alzaie del Naviglio Grande e di Bereguardo, raggiunge Pavia dove si collega con la Via Francigena. Il valico del Lucomagno fu molto utilizzato in epoca altomedioevale e divenne uno dei più trafficati d’Europa. La Via era denominata anche “Via degli Imperatori” per il transito degli imperatori tedeschi della casata degli Ottoni, Ottone ‘il Grande’ ed Enrico II, nonché degli imperatori Svevi, come Federico Barbarossa, i quali utilizzarono più volte con i loro eserciti questa Via nei diversi transiti verso l’Italia. L’abbazia di Disentis, punto strategico per il controllo del passo del Lucomagno, tra il 1100 e la fine del 1200 raggiunse il suo apogeo. A partire dal XIII secolo il valico perse invece di importanza a favore del passo del San Gottardo, ma fu ancora utilizzato perché di minore altitudine rispetto ad altri passi delle Alpi.

Complessivamente la Via è lunga 510 km, di cui 135 in Italia. Può essere percorsa tutto l’anno, grazie al fatto che il passo del Lucomagno in Svizzera, con i suoi 1915 mt di altezza, difficilmente presenta condizioni avverse ai camminatori. Il tratto italiano della Via è ben segnalato e in sicurezza e può essere percorso a piedi o in bicicletta ed è accessibile alle persone a ridotta capacità motoria, utilizzando una handbike.

Perimetrazione territoriale

La Via Francisca incide sulle Province di Varese, Pavia e Città Metropolitana di Milano. Per realizzare il tracciato della Via in territorio lombardo sono stati utilizzati sentieri e percorsi già segnalati e attivi, piste ciclopedonali ed alzaie già esistenti e strade secondarie a traffico molto limitato. La forte urbanizzazione di alcuni territori ha comportato alcuni adattamenti al tracciato storicamente più attendibile, questo anche per inglobare siti di grande pregio e contenere la lunghezza del cammino.

A partire dal confine con il Canton Ticino, il tracciato si sviluppa nei Comuni di Lavena Ponte Tresa, Cadegliano Viconago, Marchirolo, Cugliate Fabiasco, Cunardo, Valganna, Brinzio, Varese, Gazzada Schianno, Morazzone, Castiglione Olona, Gornate Olona, Castelseprio, Lonate Ceppino, Cairate, Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona, Marnate, Castellanza, Busto Arsizio, Buscate, Cuggiono, Bernate Ticino, Boffalora Sopra Ticino, Magenta, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Albairate, Abbiategrasso, Ozzero, Morimondo, Besate, Casorate Primo, Motta Visconti, Bereguardo, Torre Isola, Pavia.

Otto sono le tappe del cammino. Tappa1: Lavena Ponte Tresa – Ganna; tappa2: Ganna – Varese; tappa3: Varese- Castiglione Olona; tappa4: Castiglione Olona – Castellanza; tappa5: Castellanza – Castelletto di Cuggiono; tappa6: Castelletto di Cuggiono – Abbiategrasso; tappa7: Abbiategrasso – Bereguardo; tappa8: Bereguardo – Pavia.

Contesto economico, sociale, ambientale e territoriale

Il percorso da Lavena a Pavia permette di accedere a Beni Unesco, parchi naturali, beni artistici e storici. Attraversa territori densamente abitati, ma la Via ne coglie in particolare i tracciati a maggiore valenza ambientale e culturale.

In successione, dopo la partenza da Lavena Ponte Tresa, il tracciato costeggia il lago Ceresio, sale verso Marchirolo utilizzando il sedime dismesso della tranvia Varese-Ponte Tresa e attraversa il Parco dell’Argentera, area naturalistica con antichi mulini dismessi. Alla fine della tappa raggiunge la Badia di Ganna, complesso benedettino del 1100 legato alla memoria del martire san Gemolo. La tappa successiva percorre il Parco Regionale del Campo dei Fiori, tra boschi di castagni ed estese faggete. Dopo aver oltrepassato Brinzio, col suo aspetto rurale originario, si sale al Sacro Monte di Varese, Patrimonio dell’Unesco. Il viale di salita è una straordinaria rassegna di cappelle con statue a dimensioni naturali che mettono in scena i misteri del Rosario. Si scende a Varese ricca di giardini pubblici e privati per poi arrivare a Castiglione Olona, “Isola di Toscana in Lombardia” con gli eleganti affreschi di Masolino da Panicale, commissionati dal cardinale Branda Castiglioni, un importante ecclesiastico del Quattrocento, tra i protagonisti del concilio di Costanza dove si chiuse lo scisma d’Occidente.

Si entra nella valle del fiume Olona dove nell’800 nacquero i primi insediamenti industriali che usavano la forza dell’acqua per ricavarne energia meccanica. Ora gli insediamenti sono siti di archeologia industriale, inseriti in un contesto naturale. Il rilievo successivo è il monastero di Torba, gestito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), parte del sito longobardo del Castrum di Castelseprio-Torba, Patrimonio Unesco con rare testimonianze dei primi secoli del cristianesimo.

A pochi chilometri, nel pian alto, è visitabile il Monastero femminile di Cairate completamente ristrutturato.

Lasciata Castellanza si transita nel Parco Alto Milanese, area verde intercomunale con spazi a bosco e terreni coltivati, per giungere a Buscate e poi Castelletto di Cuggiono posizionato in un bel tratto del Naviglio Grande. Lungo il Naviglio, fino ad Abbiategrasso, si colgono le dimore e i parchi di villeggiatura settecenteschi dell’aristocrazia milanese. Si prosegue sul Naviglio di Bereguardo, testimonianza del sistema di regolazione idrica che nei secoli ha reso florida la Lombardia, fino a raggiungere l’abbazia cistercense di Morimondo, fondamento del monachesimo lombardo e delle bonifiche agrarie realizzate dai monaci. Il cammino attraversa un paesaggio agricolo con campi coltivati a grano, mais, riso. Da Bereguardo si intravvede Pavia, con la grande cupola del Duomo e le splendide chiese, tra cui la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro che racchiude la tomba di sant’Agostino. Qui la Via Francisca si conclude ed i pellegrini possono ricevere dai padri Agostiniani il Testimonium che attesta l’effettuazione del cammino.

Riferimenti normativi

Direttiva ministeriale n. 567 del 16/12/2015 MiBACT.

Assetti delle istituzioni e delle reti coinvolte nell’esperienza: governance e attività operative

Il Cammino italiano della Via ha una sua governance che deriva dal Protocollo di collaborazione firmato da tutti gli Enti interessati alla Francisca.

I sottoscrittori si sono impegnati a promuovere azioni comuni finalizzate alla riscoperta e alla valorizzazione dell’antico percorso dei pellegrini; alla valorizzazione del patrimonio culturale architettonico, archeologico, artistico, paesaggistico, materiale e immateriale dei territori attraversati; alla promozione dell’offerta turistico-culturale dei territori interessati, anche in ambito di sviluppo sostenibile; alla fruibilità del percorso da parte delle diverse tipologie di utenti; a ricercare forme di collaborazione all’interno delle rispettive amministrazioni, con altri Enti nazionali ed europei, anche al fine di reperire risorse per attivare, promuovere, valorizzare e sviluppare la Via Francisca.

La Presidenza del Tavolo Istituzionale è affidata alla Provincia di Varese che, con Regione Lombardia, ha dato vita e attualizzato l’antico cammino.

Segretario, figura operativa e di raccordo, è stato nominato Ferruccio Maruca, l’ex funzionario regionale che ha avviato e curato le attività e le iniziative per realizzare il progetto.

E’ stato inoltre nominato un gruppo di lavoro, con rappresentanti degli Enti sottoscrittori ed il coordinatore degli imprenditori che hanno investito sulla Via Francisca, il cui scopo è quello di armonizzare gli interventi, affrontare tematiche di sviluppo del progetto e risolvere eventuali problemi, in modo celere.

Per il carattere transfrontaliero della Via Francisca è stata creata l’Associazione Italo-Svizzera “Amici della Via Francisca del Lucomagno” con lo scopo di:

  • promuovere il tracciato da Costanza a Pavia;
  • verificare regolarmente la percorribilità della Via e richiamare gli Enti preposti affinchè assicurino la necessaria manutenzione;
  • verificare e garantire un’adeguata segnalazione del tracciato;
  • assistere i pellegrini con le necessarie informazioni sul percorso e le accoglienze;
  • promuovere attività di animazione e promozione lungo tutto il percorso.

La presidenza dell’Associazione attualmente è svizzera. Il Vice Presidente è Ferruccio Maruca.

Ogni anno, dal 2017, viene convoca l’Assemblea degli Enti sottoscrittori il Protocollo di Collaborazione.

Nel dicembre 2018 presso Villa Cagnola a Gazzada. Nel luglio 2019 presso il Comune di Cuggiono. Nel 2020 causa problematiche Covid-19, a dicembre è stata inviata una comunicazione che sinteticamente presenta le attività realizzate e i risultati raggiunti nel corso dell’anno.

Costanti sono le relazioni tra il Segretario e gli Enti che hanno avviato iniziative di promozione della Via  o per affrontare situazioni di criticità segnalate dai pellegrini.

Esperienze analoghe

Nel sito “ICamminiditalia.it” del MiBACT NOTA: IL LINK NON RIMANDA A NULLA sono inseriti per il momento i tracciati, le schede informative e le gallery fotografiche inerenti 41 dei 113 cammini proposti da Regioni e Province Autonome.

Il sito LinC dà conto di 12 cammini lombardi, solo in parte coincidenti con il repertorio MiBACT. https://www.camminidilombardia.it/tutti-i-cammini

Obiettivi

La Via Francisca si pone come opportunità per riscoprire e valorizzare un antico percorso dei pellegrini.

La sua attualizzazione, insieme al senso di cammino di fede, promuove il patrimonio culturale, architettonico, archeologico, artistico, naturalistico presente lungo la Via. Persegue obiettivi di offerta turistico-culturale dei territori attraversati soprattutto quelli marginali ai grandi flussi turistici, con effetti diretti e indiretti di tipo economico, per il movimento di pellegrini, sulle strutture ricettive e di ristorazione.

Esiti dell’iniziativa

Il progetto ha favorito una maggiore relazione e collaborazione tra diversi Enti interessati dalla Via, ha fatto nascere progettualità ed una maggior attenzione a questo nuovo modello turistico del “camminare lento”, totalmente nuovo per questi territori.

Nel contempo sono sorte iniziative per favorire, tra i diversi Enti, la reciproca conoscenza del patrimonio culturale ed artistico presente lungo la Via. Sono stati presi i primi contatti per attivare scambi di eventi e mostre divulgative dell’interessante patrimonio storico-culturale presente in diversi Enti posti lungo la Via.

Cercare nuove accoglienze dove far alloggiare camminatori, definire e predisporre siti dove far timbrare le credenziali, sensibilizzare gli esercenti e i servizi locali ad accogliere i pellegrini, creare una cultura dell’accoglienza del pellegrino, queste sono state alcune delle innovative attività avviate dai Comuni.

Nell’estate del 2020 più di 400 pellegrini con la credenziale hanno percorso tutti i 135 Km della Francisca, ma sono stati oltre mille coloro che, anche senza credenziale, hanno percorso tutta la Via o solo qualche tappa. Sono verificabili più di 3.000 notti passate nelle oltre 40 strutture recettive poste lungo il percorso. Tutto questo ha generato un controvalore economico per il sistema delle accoglienze e attività economiche locali superiore a 250 mila euro.

Il progetto ha fatto riscoprire luoghi e territori sconosciuti al grande pubblico e sorprendenti per chi ha percorso la Via.

Elementi significativi di novità dell’esperienza

Dal lavoro svolto in questi anni è emerso un grande impegno collaborativo tra gli Enti pubblici, gli imprenditori privati ed i volontari che hanno condiviso e sostenuto il progetto. Le attività di definizione del tracciato, posizionamento della segnaletica, ricerca delle accoglienze, comunicazione e promozione della Via non sono state imposte dall’alto, ma concordate con gli Enti territoriali interessati dalle singole tematiche. “Condivisione!” è il motto della Via Francisca del Lucomagno. La forte sinergia tra istituzioni, imprenditori privati e volontari ha portato anche alla realizzazione e gestione degli Ostelli dei Pellegrini di Castiglione Olona e di Morimondo e alle attività necessarie per assistere i pellegrini in cammino.

Opportunità e criticità incidenti sullo sviluppo dell’iniziativa

Il progetto ha inserito territori marginali ed Enti con un’offerta turistica e culturale non di alto richiamo, in un contesto di attenzione e di rilievo sovra-regionale, creando, come opportunità. La Via può essere considerata un “File Rouge” che lega questi territori dal confine svizzero fino a Pavia e attiva azioni di sviluppo locale. Il Cammino è un legame che lega gli Enti posizionati lungo la Via e richiede comportamenti istituzionali simili e coerenti con gli obiettivi del progetto.

Perdite di qualità dei contesti attraversati o limiti alla manutenzione del percorso sono immediatamente percepiti dai pellegrini. E’ quindi necessario un impegno continuativo degli Enti ed operatori che arrivi a coinvolgere sia lo stato del tracciato che a cogliere l’importanza della qualità complessiva dei siti e degli ambienti posizionati lungo il percorso.

Strategie di intervento per garantire lo sviluppo dell’esperienza

Agli Enti locali è richiesto di mantenere costante e appropriato il livello di interesse sul progetto, di sviluppare insieme nuove proposte operative e promozionali e di replicare attività già positivamente realizzate.

Agli imprenditori, rendicontate le risorse regionali, è richiesto di coinvolgere altri soggetti che possano sponsorizzare soprattutto le attività di comunicazione e di manutenzione dei Social necessarie per rendere costantemente agibile e fruibile il cammino dai pellegrini.

Occorre lavorare ulteriormente per recuperare l’aspetto originario del Cammino legato alla mobilità dei monaci e dei pellegrini che lo percorrevano dal centro Europa per andare verso Roma con tappe tra i vari monasteri. I contatti con le autorità religiose devono essere ulteriormente sviluppati ed è necessario sensibilizzare ed organizzare presso le parrocchie e gli istituti religiosi nuove iniziative finalizzate all’accoglienza e all’assistenza dei pellegrini.

Mappa dei portatori d’interesse coinvolti nell’esperienza e loro relazioni

La Via Francisca coinvolge Enti locali e Autonomie funzionali (Provincie, Comuni, Parchi, Comunità Montane, Consorzi, Camera di Commercio), imprenditori privati, volontari, Istituti religiosi, Parrocchie.

Risorse coinvolte nello svolgimento dell’iniziativa

Gli Enti locali hanno non hanno investito risorse per realizzare il progetto. Unica spesa sostenuta è stata l’acquisto dei cartelli segnaletici da collocare sul proprio territorio.

Il gruppo di imprenditori che ha colto la bontà del progetto per le sue ricadute di sviluppo locale, ha partecipato ad un bando regionale che aveva la sua centralità in attività di comunicazione e promozione turistica. Capofila era la cooperativa Multimedia News. Con questa, altri otto soggetti. Per la sezione comunicazione: Archeologistics, Fondo Ambiente Italiano (FAI), Itineraria, Eoipso, Le Parole che Contano; per quella turistica: Morandi tour, Bolognini. Il progetto trasversale e i nove progetti specifici avevano una valorizzazione complessiva di 708.710 euro, di cui 283.484 euro finanziati dai nove soggetti privati.

Il progetto ha permesso di posare una segnaletica precisa e puntuale, di realizzare una guida nella collana di Terre di mezzo, pubblicare numerosi materiali promozionali, realizzare un’applicazione digitale, progettare e gestire il sito e le relative informazioni, gestire l’attività social. Infine curare il coordinamento delle attività per le accoglienze e le iniziative territoriali.

Sistema di valutazione

Presso alcune accoglienze vengono effettuate verifiche ed interviste ai pellegrini per verificare il loro grado di piacimento e soddisfazione della Via. I pellegrini in contatto col Segretario o con componenti del gruppo della comunicazione, personalmente o tramite social, vengono regolarmente sentiti per conoscere sia il grado di gradimento che le criticità rilevate. Elementi si ricavano dai messaggi lasciati dai pellegrini sui vari social.

Un esempio di sistema di valutazione applicato ad altri Cammini è il modello MAC – Modello di Analisi dei Cammini – del Touring Club Italiano. Se ne fa cenno per aspetti che potrebbero in futuro essere considerati. Il MAC parte da un’approfondita raccolta e analisi di dati e informazioni che riguardano il territorio e i servizi turistici offerti (circa 200 indicatori) ed è pensato dal punto di vista del viaggiatore-camminatore. Al centro è posta l’esperienza di fruizione turistica del territorio dalla fase di raccolta informazioni e pianificazione al cammino vero e proprio. L’analisi è supportata da una fase di valutazione sul campo, curata da un team di “ghost visitors”, che opera in modo anonimo. Al termine dell’analisi Touring elabora un Piano di valorizzazione del Cammino, suggerisce interventi di miglioramento dell’offerta turistica condivisi con i principali stakeholder locali, pubblici e privati. I profili considerati sono i servizi, gli attrattori storico-culturali, la gestione ambientale.

Contatti

Segretario: Ferruccio Maruca – ferrucciomaruca@gmail.com – +39 338 2159610
Altre informazioni sul sito https://www.laviafrancisca.org/

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